Il riconoscimento di una specie basato soltanto sulla sua colorazione è reso spesso particolarmente complicato dalla variabilità che una specie può presentare nell'ambito della sua distribuzione orizzontale, e dalla “convergenza cromatica”, fenomeno per il quale diverse specie di una stessa zona tendono a presentare gli stessi tipi di colorazione.
Va considerato inoltre che alcune sottospecie presentano una colorazione del tutto differente da quella tipica della specie di appartenenza e che, soprattutto lungo l'Appennino centrale, esistono ampie aree di ibridazione in cui sono presenti numerose forme di passaggio da una sottospecie all'altra che, scendendo da nord a sud, presentano una maggiore e graduale abbondanza di peli chiari.
La sezione COLORE dà la possibilità di giungere a selezionare un “tipo cromatico”, costituito da un gruppo di specie simili per colore, all'interno del quale è possibile ritrovare il proprio esemplare e separarlo dalle altre specie attraverso alcuni semplici e immediati caratteri diagnostici esclusivi per quella specie nell'ambito di quel tipo, e tenendo inoltre presente la distribuzione sul nostro territorio (specie e sottospecie limitate all'Italia settentrionale o alle isole).
Nelle tavole sono citate soltanto le sottospecie che si discostano decisamente dalla forma cromatica tipica: la non completa conoscenza, per quanto riguarda le regioni italiane, delle differenze geografiche, ecologiche e cromatiche di alcuni taxa (e, soprattutto, della reale validità del rango attribuito ad alcune sottospecie) consiglia per il momento questa soluzione.
Note di morfologia
Per procedere è necessario sapere se l’esemplare da identificare è femmina o maschio, Bombus o Psithyrus. A tal fine si devono osservare i seguenti caratteri:
Femmine: hanno antenne con 12 antennomeri e mandibole ben sviluppate che, quando sono chiuse, conferiscono al capo un aspetto quasi triangolare, anteriormente appuntito; l’addome ha 6 tergiti visibili.
Psithyrus s.l.: le mandibole hanno il margine distale nettamente obliquo rispetto all’asse longitudinale; la superficie esterna delle tibie posteriori è sempre fittamente coperta di peli più o meno lunghi e la corbicola è assente. Il sesto sternite ha due callosità latero-distali più o meno ampie ben evidenti.
Bombus s.l.: le mandibole hanno il margine distale perpendicolare all’asse longitudinale; la superficie esterna delletibie posteriori è più o meno lucida e la corbicola è sempre presente. Il sesto sternite non ha callosità.
Maschi: hanno antenne con 13 antennomeri e mandibole piccole e seminascoste, generalmente con frange di peli sul bordo inferiore (“barba”); il capo presenta anteriormente un aspetto ottuso; l’addome ha 7 tergiti visibili.
La distinzione tra Psithyrus e Bombus si basa essenzialmente sulla conformazione dei genitali che richiedono la loro estrazione e l’osservazione al microscopio; in assenza dello strumento si possono osservare i caratteri delle tibie posteriori:
Psithyrus s.l.: le tibie posteriori sono strette e convesse, distalmente non molto dilatate, con superficie esterna di norma quasi completamente coperta di peli fitti e fortemente ramificati; le frange anteriore e posteriore sono di lunghezza quasi uguale.
Bombus s.l.: le tibie posteriori sono più o meno appiattite, di solito dilatate distalmente, la superficie esterna è lucida, con gradi variabili di pubescenza; i peli sul disco, se presenti, sono radi, generalmente semplici o solo debolmente ramificati; le frange anteriore e posteriore sono di lunghezza differente.
Infine, tra le specie di Bombus, un’utile separazione è fornita dalle due sezioni:
Odontobombus: basitarso delle zampe mediane con angolo posteriore distale acuto, terminante generalmente con una spina più o meno evidente.
Anodontobombus: basitarso delle zampe mediane con angolo posteriore distale smussato, più o meno arrotondato.
Nota. Nelle tavole i nomi delle specie e sottospecie sono indicati in forma abbreviata. La corrispondenza tra nomi abbreviati e nomi estesi è data da questa tabella.